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Pablo Daniel Osvaldo e i Barrio Viejo: cronaca di un concerto inaspettato

Scritto da on 23 Gennaio 2019

Pablo Daniel Osvaldo e i Barrio Viejo, cronaca di un concerto inaspettato. Ve lo raccontiamo nei dettagli su Radio Scream Italia

Talentuoso, polemico, ribelle. Nel calcio come nella musica. Ma soprattutto, sorprendente.
Perchè, passare da un gol in rovesciata che regala la qualificazione in Champions League alla squadra, ad esibirsi a suon di rock’n’roll in improbabili destinazioni, non è da tutti. Non è da tutti lasciare il calcio a trent’anni, con tutto ciò che ne deriva (soldi, fama, visibilità) ed inseguire ciò che lui ha sempre considerato la sua passione primaria: la musica. Semplicemente, non è da tutti essere Pablo Daniel Osvaldo.
Ebbene sì, proprio lui, ve lo ricordate? L’oramai ex centravanti argentino, naturalizzato italiano, ha vestito in Serie A le maglie di Fiorentina, Bologna, Juventus, Inter e Roma. Proprio con i giallorossi ha probabilmente fatto vedere le cose migliori sul piano calcistico.
Ma adesso, appese le scarpette al chiodo, il buon Pablo ha deciso di mettere su una band musicale, i Barrio Viejo. Il genere è di stampo blues rock, ma non mancano vibrazioni indie, e soprattutto folk, sudamericane. Proprio in questo inizio di 2019, il gruppo ha organizzato una tourneè in Italia, con una data bizzarra quanto creativa: Baselice, in provincia di Benevento, lo scorso 20 gennaio.
Ebbene, spinto dalla curiosità di vedere all’opera Osvaldo non più sul prato di San Siro, ma bensì sul palco di un suggestivo pub del Sannio, ho deciso di andare in missione e scoprire di più sulla nuova vita dell’ex bomber.
Ma si sa, storicamente ogni avventuriero ha il suo fido compagno. Ad esempio, Don Chisciotte si avvalse del buon Sancho Panza per affrontare i mulini a vento. Ed io, allo stesso modo avevo bisogno del miglior elemento per affrontare le impervie asperità del tragitto, ovvero le pale eoliche. Ovviamente, la scelta non poteva non ricadere sul caro dott. Sberla, al secolo Alessio Luongo, magnificamente esperto del calcio sudamericano e grande conoscitore di ogni strada che si districa tra l’Irpinia e il Sannio.
Armati di pazienza, coraggio e dell’indomabile Punto Grigia, abbiamo dovuto affrontare le asperità del percorso, poichè Baselice si trova in una posizione alquanto dispersiva, per usare un eufemismo. Strade sterrate, impervie, piene di buchi neanche fossiamo alla Ryder Cup, la competizione più importante in ambito golfistico. Facevano da contorno poi il ghiaccio presente ai lati del percorso, e un esercito smisurato di pale eoliche. Sembrava che controllassero con fare minaccioso il nostro cammino nella zona della valle del Fortore.
Ma l’avventuroso viaggio ci ha regalato, tra una risata ed una chiacchierata, anche scorci mozzafiato e bellissimi paesaggi. Tra tutti, spicca sicuramente il lago di San Giorgio, che con i suoi boschetti e la sua portata impreziosisce una zona ricca di natura, flora e fauna selvatica.
Facendo segnare un settore fucsia nell’ultimo tratto, dopo aver attreaversato Faiano, arriviamo finalmente a Baselice. Poco più di un’ora, per quelli che dovevano essere una trentina di chilometri. Ci rechiamo subito al luogo dove si sarebbe tenuto il concerto, il Palazzo dei Baroni.
Restiamo sorpresi e affascinati dalla struttura del pub, in quanto ricavata e ripresa da un ex palazzo signorile del tardo Settecento.
Neanche dentro l’atmosfera delude, con staff gentile e cordiale, che ci racconta, con un pizzico di orgoglio, come sia difficile ma allo stesso tempo appagante ravvivare le notti di un piccolo borgo come Baselice a suon di musica.

 

Tralasciando la cena molto, molto yankee fatta di hamburger e birre alla spina, ci sentiamo carichi pronti per l’esibizione, che sarebbe dovuta iniziare intorno le 21,30. Ma il fascino sudamericano ben si sposa col prendersela comoda ed arrivare in ritardo. Io ne so qualcosa, probabilmente avrò origini argentine anch’io. Fatto sta che Osvaldo e i suoi partner si presentano sul palco quando mancano pochi minuti alle 23. Poco male, in quanto la folla, composta da più di un centinaio di persone, si dimostra entusiasta appena entrano i Barrio Viejo.
La canzone d’apertura è 13/14, dall’inconfondibile stampo blues, seguita dalla hit alternative/rock Callejera che riscuote prontamente i favori del pubblico. Verranno suonate in tutto 13 tracce, tratte tutte dall’unico album della band, dal titolo Liberaciòn, uscito a fine 2017.
Il blues rock dei Barrio Viejo è evidenziato da un ascolto lineare,divertente e allo stesso tempo energico. Le movenze da attaccante d’area di Osvaldo, trasferite sul palco, si dimostrano efficaci, ricche di passione e sfrenatezza.
Ciò si nota soprattutto in pezzi particolarmente ritmati, su tutte la super-hit Desorden. Altre canzoni degne da esser menzionate sono sicuramente Flores Muertas, dove il bassista Tai, originario delle mie amate Isole Canarie, sale assolutamente in cattedra. C’è poi Insatisfacciòn, dalle vibrazioni folk tipicamente sudamericane, dove il simpatico e talentuoso batterista Sergio Vall regala emozioni e divertenti siparietti. Infine, doveroso menzionare Pajaro Azul, la mia preferita dell’album, una ballata dolcemara a old (but gold) ritmo rock’n’ roll, con Pablo Osvaldo trascinatore a ritmo di movimenti e frasi fuori dal coro.
Il concerto si chiude con Infumable, dal ritmo country che tanto contraddistingue le avventure del Barrio Viejo.
Infatti, a fine esibizione Sergio e Tai ci confidano che partiranno alla volta della Germania, a bordo del loro bus/navetta. Dal Sannio alla Sassonia. Roba spericolati, impavidi, ma dal cuore grande come questi rockers sudamericani. Come la pazzia di Pablo Daniel Osvaldo, che dopo aver regalato gioie ed emozioni a suon di gol, si concede per le foto di rito a fine serata.

Finisce con un grande sorriso una creativa domenica notte in quel di Baselice, fantasticando col dott. Sberla sul prossimo concerto da affrontare durante il secondo round con le pale eoliche.
Alla prossime notte rock, stay free!
Il vostro Kun Dellis