Replica, l’album d’esordio dei Cassia
Scritto da on 7 Novembre 2019
Replica, l’album d’esordio dei Cassia. Ne parliamo su Radio Scream Italia
Come essere trasportato dalle onde del mare mentre il sole ti riscalda, scacciando via dalla mente ogni pensiero. No, non sto parlando della mia recente vacanza a Malta, ma delle sensazioni che provo, e continuo a provare, ascoltando uno degli album di debutto più promettenti di questo 2019. Il titolo risulta evidentemente emblematico: Replica, perchè una volta ascoltato non puoi non riavviarlo ancora.
Replica è l’album di debutto dei Cassia, una band inglese formata da Rob Ellis alla chitarra, Lou Cotterill al basso e Jacob Leff alla batteria.
Il trio proviene ovviamente dall’Inghilterra, precisamente da Macclesfield, una città conosciuta magari dai giocatori accaniti di football manager. Definire e riassumere musicalmente il suono di questi ragazzi britannici non è affatto semplice, non perchè è il loro album di debutto, ma poichè le loro melodie risentono di una grande varietà di influenze. Senza dubbio, a primo impatto, il sound dei Cassia può essere sicuramente ricondotto ai Vampire Weekend o ai Foals, ma con lo stile del nord- ovest inglese piuttosto che di New York o di Oxford. Inoltre, l’esperienza in Zambia di Ellis con la famiglia, unita all’attrazione per il viaggio ed il fascino esotico, incidono in maniera davvero creativa sulle produzioni della band: il tipico indie-rock britannico entra in contatto con sfumature jazz che richiamano Fela Kuti, influenze pop-calypso come se fossimo su una spiaggia a Cuba e ritmi esotico-tribali come se ci trovassimo in un villaggio di Dakar.
Partendo con la traccia iniziale, “Small Spaces”, emerge subito l’approccio indie della band. Una canzone squisitamente estiva, con un ritornelli “catchy”, dal sapore di una birra al limone sorseggiata in un giardino dei sobborghi del Cheshire. Inserita infatti subito da Spotify nella sua “Indie List”.
“Sink”, così come “Movers and Shapers”, non fanno altro che rafforzare la convinzione che l’estate è davvero a state of mind, con influenze r&b mescolate ad una batteria dai ritmi tribali misti al folk del bravissimo Leff.
“Loosen Up”, uno dei singoli rilasciati prima dell’uscita dell’album, è sicuramente uno dei pezzi migliori. Fa venir davvero voglia di togliersi le ciabatte e correre dalla spiaggia verso il mare, grazie alle vibrazioni reggae della chitarra e ancora un ritornello molto accattivante.
“Replica” invece è la traccia che dà il titolo al loro lavoro, ma forse quella che più si discosta dal tipico suono dell’album. Una sorta di ballata con delle piacevolissime linee di basso, di stampo malinconico decisamente marchio dell’indie world.
“Under the Sun” ci trasporta quasi coccolandoci nella seconda parte dell’album, dove troviamo subito la canzone probabilmente più famosa.
“100 Times Over” infatti sottolinea alla perfezione le peculiarità del sound dei Cassia: cantando “freedom it is all around me, get up sit down” con sfumature musicali in costante evoluzione, evidenziano la tipica musica da viaggio che sia adatta alla perfezione allo stile dei ragazzi di Macclesfield.
“Guidance” invece ricalca ancor di più le evidenti influenze e similitudini con band come Vampire Weekend, Foals o magari meno calcate come Pidgeon Detectives o Vaccines, mentre “Get Up Tight” è in assoluto il pezzo che mio avviso spicca, e sinceramente il mio preferito.
Perchè? Semplicemente perchè non riesco mai a stare fermo durante l’ascolto, una traccia ricca di good and positive vibes come direbbe Lewis.
L’energia e il suo flusso continua alla grande con “Out of Her Mind” che sembra quasi una dichiarazione di apertura a ogni genere musicale in cui i Cassia si siano imbattuti. Infine l’undicesima e l’ultima traccia dell’album, che scorre in maniera veloce e quasi impercettibile, è rappresentata da DreamA che mi dà l’impressione di essere Crash Bandicoot che girovaga tra foreste tropicali e antiche rovine alla ricerca di cristalli (non quelli di Breaking Bad, sia chiaro). Il suono tribale unito ad un finale folk filo-medievale ci lascia col dubbio su come sarà il prossimo album dei Cassia. E, a giudicare dai singoli successivamente rilasciati, sembra altrettanto promettente.
In definitiva, ho davvero apprezzato il tentativo dei Cassia di unire al tipico indie-rock, icona musicale britannica del nuovo secolo, vibrazioni e melodie con influenze da ogni dove, un suono universale che ben si oppone ad una Brexit sempre più imminente.
Era davvero da molto tempo che una band non mi appassionasse così tanto, in così poco tempo, perchè il loro ascolto ben si adatta in ogni dove e in ogni situazione: sotto la doccia, stressato dopo lavoro, deluso dopo la sconfitta al fantacalcio con gli amici, scazzato dopo polemiche con la ragazza, stanco dopo una partita, potrei continuare ad oltranza…proprio come il play di Replica.
L’unica pecca è, che dopo aver girato intensamente il Regno Unito e avuto svariate date in Europa, tra Francia, Germania, Olanda ed Austria, i Cassia ancora non hanno messo piede in Italia e credo bisognerà attendere ancora prima di vederli all’opera qui.
In quel caso, state pur certi che il vostro Kun Dellis sarà ovviamente davanti la transenna per ascoltarli live e recensirli…anche per voi!
Alla prossima, stay rock